giovedì , Aprile 25 2024

La famiglia soggetto di evangelizzazione

In questo momento di emergenza sanitaria mondiale, con conseguenze dolorose sul piano fisico ed emotivo, tutti gli impegni della nostra quotidianità scanditi da una iperattività coattiva, sono state sospese. Il mondo in maniera quasi surreale, all’improvviso si è fermato. Allo stesso modo, anche i momenti liturgici hanno subito una battuta d’arresto costringendo le famiglie a prendere in mano le loro situazioni relazionali dal punto di vista affettivo e situarle in un nuovo orizzonte di senso.

Questo capovolgimento di regole, sembra far emergere nell’animo di molti cattolici una soave nostalgia dei luoghi di culto, far comprendere l’importanza di sentirsi membra dello stesso corpo e soprattutto l’esigenza di un “totalmente Altro” come realmente presente. Non recandoci più in parrocchia e non vivendo più un ormai automatismo liturgico, sembra che la nostra fede viva una condizione fuori dal tempo e fuori dalle categorie rigide in cui l’avevamo ingabbiata. Ma in questo momento di impossibilità ai sacramenti reali, interrompiamo anche il rapporto con Dio? E’ possibile ancora alimentare la nostra fede in maniera comunitaria? Come può un parroco ripensare il rapporto tra parrocchia e famiglia? E come può ancora portare l’annuncio Evangelico? Forse è davvero giunto il momento di riscoprire il significato di “essere chiesa”, e di vivere il “we-relation-family” proprio rimanendo a casa, nelle nostre famiglie, intraprendendo una nuova collaborazione sinergica con il parroco locale che ci è stato donato. Entrambe le parti, la famiglia ed il sacerdote, hanno l’occasione di coltivare una relazione diversamente ecclesiale dandosi appuntamento su uno stesso terreno di gioco, aiutati dall’avvento di una pastorale digitalizzata grazie all’uso dei mezzi di comunicazione.

La parrocchia come tutti sappiamo si basa su tre pilastri: “Catechesi, Liturgia e Amore”. Partendo da questa consapevolezza, come possiamo in questo momento sentirci una sola famiglia parrocchiale alimentando il significato sostanziale della comunione?

Mettiamo al centro per esempio la catechesi che ogni parroco è tenuto a fare alla famiglia: come si può configurare un percorso pratico idoneo per il raggiungimento di tale obiettivo? Fino ad oggi la catechesi è stata settorializzata e l’insegnamento dottrinale è stato demandato al parroco e agli operatori pastorali permettendo così ai genitori di non sentirsi responsabili dell’educazione alla fede dei propri figli.

Adesso, in questo tempo di crisi, le cose si possono ribaltare! Il sacerdote può scegliere un tema da trasmettere alla famiglia, come per esempio la questione della FEDE, una delle virtù teologali ereditate dal battesimo. Ne può spiegare i contenuti dal punto di vista biblico e magisteriale attraverso l’uso di video, canali di messaggistica istantanea, comunicazione creativa, etc…e può chiedere al nucleo famigliare di porsi in ascolto. A quel punto saranno i genitori stessi ad assumersi il compito primario di veicolare il messaggio spirituale ai propri figli in base alle varie fasce di età,  con l’aiuto di strumenti pedagogici adatti, quali quiz biblici, il gioco simbolico (a questo proposito invito a guardare gli sketch di Giovanni Scifoni e simili per prendere spunto), filmati, schede interattive, disegni, oppure momenti di preghiera familiare, tenerezze affettive, l’accensione di una candela al buio con musica di sottofondo, dialogo costruttivo, in modo tale da poter non solo rinsaldare la relazione familiare in sé, ma anche assaporare la bellezza feconda e salvifica di un Dio che continua a voler camminare con l’uomo. Nel frattempo, la chiesa avendo già provveduto per mezzo dei vescovi a dare disposizioni canoniche per tutti in merito all’assunzione dei sacramenti (Confessione ed Eucarestia), guida ad esplorare nuovi possibili luoghi teologici in cui la fede può trovare realizzazione concreta in riferimento al significato di “Catechesi, Liturgia e Relazione”. Il discorso teologico e soprattutto pastorale relativo al rapporto tra famiglia e parrocchia a questo punto comincia a farsi serio per qualche studioso ma per il momento, gustiamo la gioia d’aver compreso come ogni famiglia può riscoprirsi soggetto attivo e privilegiato di evangelizzazione. Ogni parroco, in questo modo, sarebbe ben felice di interagire e di ascoltare le risonanze che ogni componente familiare vorrà confidargli come risultato positivo di una rinnovata e confermata alleanza.

Giulia Battigaglia – Consulente Familiare